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Insieme ai viaggi astrali, argomento del post precedente, quella del sogno lucido è una delle esperienze su cui Pavlina fonda la sua teoria della natura soggettiva della realtà. Una realtà che non è esterna da noi, altro da noi, ma che esiste all’interno della nostra consapevolezza. Qui di seguito ti propongo la traduzione di un post su un sogno lucido.
La scorsa notte, intorno alla mezzanotte, durante un pisolino di venti minuti ho fatto un sogno lucido. È il quarto sogno che faccio da quando, circa due mesi fa, ho iniziato a dormire in modo polifasico. È iniziato come un sogno normale e a un certo punto ho notato che stavo trasportando una gargolla e la cosa mi sembrava strana.
Mi sono chiesto: “perché mai mi sto portando appresso questa gargolla? Non è normale che faccia una cosa del genere. Inoltre è molto leggera per le sue dimensioni. È possibile che stia sognando? Direi di no, tutto sembra così vero. Guarda quegli alberi e quegli edifici. Inoltre poco fa ho appena fatto una chiacchierata con Gandhi nella sua tenda e anche lui mi sembrava vero. Ma questa gargolla? Di solito non porto in giro roba del genere. Forse dovrei chiedere alla gargolla. Ma non so se parla inglese. Mi chiedo se ci sia un modo di chiederglielo nella lingua delle gargolle. C’è decisamente qualcosa di strano nella situazione. Sono assolutamente certo che questo non sia un sogno? Aspetta un attimo, mi ricordo di … mi ricordo di essermi detto che se mi mai fossi fatto quella domanda, allora era perché stavo veramente sognando. Quindi questo deve essere un sogno.”
In quel momento sono diventato lucido. Era già parecchio che stavo sognando e mi sono accorto che non mi restava molto tempo prima del momento in cui mi sarei svegliato. Avevo messo la sveglia dopo 25 minuti e mi sarebbe piaciuto avere un avatar che controllasse lo scorrere del tempo e me lo comunicasse nel sogno. Poiché nel sogno era notte, era buio, pronunciai il mio “fiat lux” e il sole sorse. Poi decisi di provare a correre veloce come il fulmine e per un po’ mi divertii così. Alla fine saltai nell’aria e volai per un po’ e quando vidi un albero che sembrava assolutamente vero decisi di andare a osservarlo più da vicino.