I sogni lucidi e l’acero

Ph by bessi via Pixabay

Insieme ai viaggi astrali, argomento del post precedente, quella del sogno lucido è una delle esperienze su cui Pavlina fonda la sua teoria della natura soggettiva della realtà. Una realtà che non è esterna da noi, altro da noi, ma che esiste all’interno della nostra consapevolezza.  Qui di seguito ti propongo la traduzione di un post su un sogno lucido.

 

La scorsa notte, intorno alla mezzanotte, durante un pisolino di venti minuti ho fatto un sogno lucido. È il quarto sogno che faccio da quando, circa due mesi fa, ho iniziato a dormire in modo polifasico. È iniziato come un sogno normale e a un certo punto ho notato che stavo trasportando una gargolla e la cosa mi sembrava strana.

Mi sono chiesto: “perché mai mi sto portando appresso questa gargolla? Non è normale che faccia una cosa del genere. Inoltre è molto leggera per le sue dimensioni. È possibile che stia sognando? Direi di no, tutto sembra così vero. Guarda quegli alberi e quegli edifici. Inoltre poco fa ho appena fatto una chiacchierata con Gandhi nella sua tenda e anche lui mi sembrava vero. Ma questa gargolla? Di solito non porto in giro roba del genere. Forse dovrei chiedere alla gargolla. Ma non so se parla inglese. Mi chiedo se ci sia un modo di chiederglielo nella lingua delle gargolle. C’è decisamente qualcosa di strano nella situazione. Sono assolutamente certo che questo non sia un sogno? Aspetta un attimo, mi ricordo di … mi ricordo di essermi detto che se mi mai fossi fatto quella domanda, allora era perché stavo veramente sognando. Quindi questo deve essere un sogno.”

In quel momento sono diventato lucido. Era già parecchio che stavo sognando e mi sono accorto che non mi restava molto tempo prima del momento in cui mi sarei svegliato. Avevo messo la sveglia dopo 25 minuti e mi sarebbe piaciuto avere un avatar che controllasse lo scorrere del tempo e me lo comunicasse nel sogno. Poiché nel sogno era notte, era buio, pronunciai il mio “fiat lux” e il sole sorse. Poi decisi di provare a correre veloce come il fulmine e per un po’ mi divertii così. Alla fine saltai nell’aria e volai per un po’ e quando vidi un albero che sembrava assolutamente vero decisi di andare a osservarlo più da vicino.

Lo identificai per un acero e passai alcun minuti a studiarlo per vedere se potevo trovargli qualche difetto che distinguesse questo albero del sogno da quelli della realtà. Fluttuai tra i suoi rami e studiai gli intrecci, che sembravano esattamente quelli di un albero normale, non di uno finto ricreato al computer. Esaminai le foglie e notai quanto sembravano vivide e reali. Aveva l’aspetto di un albero, al tatto pareva di toccare un albero, anche il profumo era quello di un albero. L’unica differenza che riuscii a individuare era che l’albero del sogno aveva un’energia che lo rendeva leggermente più vivo di un albero vero. Sembrava più vero della realtà.

Mentre studiavo l’albero mi dissi “È straordinario. Sembra tutto così vero. Eppure apparentemente quest’albero non esiste nemmeno.” Però, anche se stavo osservando un albero che pareva esistere solo nella mia immaginazione, non riuscivo a trovare alcuna prova nell’albero stesso che indicasse che non era vero e concreto come un qualsiasi altro albero del mondo da svegli.

Ora che sono seduto nel mio ufficio, presumibilmente sveglio, e sto osservando dalla finestra gli alberi nel mio cortile, mi viene da chiedermi se anche questi alberi sono veri. Che prove ho che tutta la realtà non sia semplicemente un’esperienza che si sta svolgendo all’interno della mia consapevolezza? Non c’è alcun modo di saperlo. Non posso sfuggire alla mia consapevolezza (o posso?), perciò qualsiasi prova di realtà oggettiva che posso ottenere non è diversa dallo stesso tipo di prova che mi si è presentata nel mondo del sogno.

Nei miei sogni ci sono anche posti il cui aspetto sembra evolvere nel tempo visita dopo visita, proprio come nella realtà fisica.  In parte a causa di questo enigma, vedo che la mia realtà vigile è simile ai miei sogni, nel senso che ogni cosa si svolge all’interno della mia consapevolezza. Io non sono i personaggi (cioè i corpi fisici) di quelle realtà,  sono l’essere consapevole che sta vivendo quelle esperienze mentali.

Una volta cominciato a pensare in questo modo, mi sono accorto che i miei sogni erano diventati più vividi. Questa constatazione ha coinciso con l’inizio del mio esperimento sul sonno polifasico. I miei sogni sono talmente realistici e complessi ora che è difficile distinguerli dalla realtà vigile. Questa volta l’ho capito perché stava avvenendo qualcosa di fuori dell’ordinario, cioè stavo trasportando una gargolla.

La materia fisica nei miei sogni sembra molto solida e reale. L’unica differenza è nell’energia che emana, come se vibrasse a una frequenza diversa. Percepisco un’energia radiante emessa dalla materia del sogno diversa da quella del mondo fisico. Forse si tratta di una realtà alternata in cui le leggi della fisica sono diverse.

Devo precisare che quando sono andato a dormire per il mio sonnellino di mezzanotte, ho emesso volontariamente l’intenzione di fare un sogno lucido. Era un po’ che non lo facevo, ma è stato bello vedere che ne ero ancora capace. Penso che lo faro più spesso, perché i sogni lucidi sono un modo molto interessante di esplorare realtà alternative. È sorprendente essere pienamente consapevole nel mondo che visiti durante il sogno, sapendo che il tuo corpo vero sta in realtà dormendo.

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