Il tempo fluisce in modo uguale per tutti gli uomini. E ogni uomo galleggia nel tempo in maniera diversa.
Manuel Neila
Quando si parla di gestione del tempo è d’obbligo cominciare citando Getting Things Done di David Allen (abbreviato in GTD, marchio registrato) che, nei post che compongono l’e-book Gestisci meglio il tempo, Pavlina menziona più volte, invitando a leggerlo e a metterlo in pratica.
Pubblicato nel 2001, GTD è stato tradotto in italiano con il titolo di Detto, Fatto! L’arte di fare bene le cose, ed è considerato una pietra miliare nell’ambito del time management.
L’autore, consulente di produttività, vi espone un metodo, da lui teorizzato dopo anni e anni di esperimenti e prove, per portare a termine con successo le attività della propria vita, privata e professionale.
Non mi dilungherò qui sui “pilastri”, la definizione è dell’autore, su cui si fonda GTD: un’ottima sintesi ci è fornita da Wikipedia e consiglio di leggerla a chi volesse farsi un’idea di come funziona prima di comprare il libro.
Applicando il metodo si dovrebbe riuscire, innanzitutto, a mantenere libera la mente e a vivere senza stress, consapevoli che tutte le attività di cui occuparsi sono state perfettamente incasellate in una precisa collocazione temporale, in modo che, non solo sarà impossibile non considerarle ma, al contrario, saranno sicuramente portate a termine. Il fine è quello di fare più cose in meno tempo godendo quindi di maggiore tempo libero.
Chi critica il metodo GTD è perché lo trova abbastanza complicato da mettere in pratica, ed è per questo che, nel 2006, Leo Babauta ne ha tratto una versione semplificata, intitolata Zen to Done, in realtà opera originale piuttosto che mero riassunto. La lezione inedita di Babauta si concretizza soprattutto nell’aver introdotto i MIT – Most Important Task – cioè le attività che non possono essere tralasciate.
Ne scrive Sara Maternini di Girl Geek Life in un post che è una carrellata di metodi per il time management.
I MIT servono per stabilire le attività di cui occuparsi in via prioritaria: 3-5 attività da fissare la sera prima e svolgere assolutamente il giorno dopo.
Il metodo di Babauta, afferma Sara, si riassume in poche parole chiave Raccogli, Gestisci, Pianifica, Fai, Organizza, Revisiona e Semplifica, quest’ultima fase in realtà potrebbe sintetizzarle tutte. A proposito, il parere di Sara su GTD è piuttosto interessante, leggete il post.
Tra parentesi, Leo Babauta è un blogger professionista, nel senso che vive (mantenendo moglie e sei figli) dei proventi del suo blog. Se volete sapere come ha fatto, il notissimo Tagliaerbe (Davide Pozzi) si è aggiudicato un’intervista, è un po’ datata ma data la caratura del personaggio vale la pena.
Se invece vi siete incuriositi sulla tecnica del Pomodoro, citata da Sara nel suo post, vi segnalo questo simpatico video.
Chi volesse scaricare il manuale (e magari leggere altri articoli sulla gestione del tempo) può farlo dal blog di Rino Rizzo, esperto di project e time management.
Tornando a GTD, secondo Gina Trapani di Lifehacker il metodo perfetto per gestire il tempo non esiste e la proposta di Allen non fa eccezione. Può darsi che funzioni al 95% ma ci sarà sempre la situazione in cui ti troverai in impaccio. Il segreto, dice lei, è quello di non prenderlo alla lettera ma sperimentare quello che meglio fa per sé, adattandolo alle proprie esigenze, magari introducendo suggerimenti tratti da qualche altra metodologia.
Steve Pavlina, che ha iniziato a studiare le tecniche di gestione del tempo all’università (e grazie alla cui applicazione ha preso due lauree in due anni anziché nei quattro anni regolari) condivide quanto sostiene Gina Trapani.
Se leggerete Gestisci meglio Il tempo – con i consigli di Steve Pavlina troverete approfondimenti di varie metodologie, alcune delle quali in Italia pressocché sconosciute, come il Carver, una tecnica militare americana, congegnata dall’esercito, che spiega molto bene come stabilire le priorità nella scelta degli obiettivi da perseguire.
Vi ho incuriosito e volete l’e-book?
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