Nell’ultimo post pubblicato, a fine luglio – a proposito, ben rientrato dalle ferie, sappi che gli aggiornamenti al blog riprendono ora! – hai trovato la traduzione integrale di un post pubblicato sul blog originale di Steve Pavlina. Se ultimamente hai cominciato a seguire questo blog, saprai che una volta al mese ti regalo la traduzione di un post completo e inedito, cioè non inserito in alcun e-book. Se quindi acquisti, o hai intenzione di acquistare, qualche e-book, non dovrai preoccuparti di trovare contenuti duplicati.
Il post che cito sopra tratta di relazioni con le persone che hanno comportamenti irrazionali, cioè con comportamenti privi di logica, almeno ai nostri occhi. Come scrive Pavlina, però, tutti siamo provvisti di un lato irrazionale. Non solo, questo lato irrazionale pretende il suo spazio.
Se permettiamo a questo nostro lato, meno “rigido e quadrato”, di esprimersi liberamente di tanto in tanto, saremo meno infastiditi dagli atteggiamenti poco logici delle altre persone e li noteremo decisamente meno. Infatti siamo noi che proiettiamo al nostro esterno ciò che abbiamo dentro.
Trattare con le persone con un carattere difficile resta comunque una vera sfida. Pavlina ci aiuta ad affrontarla nei post che ho raccolto nell’e-book “Come gestire le relazionali conflittuali” ma tanti altri consigli possono essere trovati in giro per il web, soprattutto se si ha l’accortezza di scegliere quelli più autorevoli.
Il notissimo Lifehacker propone la “regola del tre” per identificare le persone tossiche da evitare. Qualcuno ricorderà la frase attribuita ad Agatha Christy: un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi sono una prova.
E’ più o meno quello che sostiene l’autore quando consiglia di aspettare il terzo “sgarro” da parte di qualcuno, prima di giudicare male questa persona. Se qualcuno tiene un comportamento scorretto di un certo tipo (per esempio mente) una sola volta, ha sicuramente una motivazione, magari anche importante. Se accade la seconda volta, occhio perché potrebbe non trattarsi di un incidente di percorso, ma di qualcosa di più serio. Qualora invece il comportamento scorretto dovesse ripetersi per la terza volta, allora possiamo affermare con certezza che si tratta di una brutta abitudine di questa persona.
Che cosa fare in questi casi?
Quando qualcuno ci ho offeso, sostiene l’articolo pubblicato su Zen Habits, per prima cosa dobbiamo “autocommiserarci”, in senso positivo. Non si tratta di compiangersi ma di prendere coscienza dei nostri sentimenti, anziché cercare di rimuovere la sensazione negativa. Altrimenti rischiamo di reagire con rabbia e aggressività verso che ci ha offeso, modellando un comportamento dannoso, con il risultato di rendere l’interlocutore ancora più tossico.
Se poi riusciamo anche a provare compassione anche per il nostro antagonista, riflettendo sul fatto che facendoci del male ha dimostrato di vivere una situazione di sofferenza e disagio interiore, abbiamo fatto un ulteriore passo avanti. Proviamo a parlare con la persona tossica spiegandole come ci ha fatto sentire. Anche se i comportamenti malevoli non dovessero smettere né presto né tardi, avremo dimostrato di saper gestire la situazione in maniera costruttiva.
Sfogarsi con gli altri è un altro consiglio per stare meglio, anche se non particolarmente originale. Meglio incontrare persone piacevoli, farsi nuovi amici frequentando ambienti nuovi: persone in linea con il nostro modo di vivere, che siano creative, abbiano spirito imprenditoriale, autonome, entusiaste della vita, sane e felici.
A proposito, sapevate che la vostra vita sociale è saldamente in mano vostra? Se non siete convinti di potere avere la vita sociale che desiderate, provate Le relazioni sociali e cambierete idea! Ma prima ancora leggete il post sul vostro Potere creativo, vi darà un’idea di quello che siete in grado di fare.