Sicuramente uno dei post più illuminanti di Steve Pavlina che, nel suo essere relativamente breve, è ancora più efficace e incisivo. Quanti di noi si sono trovati a vivere situazioni stagnanti, maledicendole senza il coraggio di spiccare il volo perché la paura dell’ignoto era più forte? A chi non è non mai successo? Tutti ci siamo sentiti un po’ naufraghi dell’isola. Pur se desiderosi di rientrare nella civiltà, esitiamo però a prendere il mare su una zattera per paura di pericoli che la nostra immaginazione ingigantisce a dismisura.
Eppure non è necessario che sia così difficile. Basta cambiare leggermente prospettiva. Vediamo come.
Qui di seguito trovi la traduzione del post:
La decisione di restare o andarsene
Ti è mai capitato di tollerare una situazione che non ti piace e, nel contempo, di non avere le idee chiare su quale potrebbe essere l’alternativa?
Il tuo lavoro, la tua relazione o il tuo stile di vita non fanno per te ma tu esiti ad abbandonarli?
Immagina di essere bloccato su un’isola, e che l’isola non ti piaccia. È troppo piccola, il tempo è spesso brutto, c’è puzza di pesce marcio. Un giorno ti arrampichi in cima al cocuzzolo più alto e ti guardi intorno: dovunque volgi lo sguardo, tutto ciò che vedi è una distesa infinita di mare.
Che cosa potresti fare?
Hai due possibilità. Restare o andartene.
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